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Il "mare aperto" della normalità

Che cosa c'è di straordinario in un weekend di luglio trascorso sulle spiagge romagnole, tra un bagno rinfrescante e una partita a carte sotto l'ombrellone? Apparentemente niente, se non fosse che i protagonisti di questa banale gita estiva sono stati i nostri studenti. E bastano loro a rendere speciale ciò che all'apparenza è ordinario, quasi scontato.

Il progetto "Sa Fommia" ha fatto tappa a Rimini, per due giorni di straordinaria normalità.



L'avventura inizia già nel tragitto per raggiungere la meta prefissata: infatti, la nostra compagnia non passa inosservata agli occhi degli altri passeggeri del treno regionale, la cui attenzione viene immediatamente attirata fin dalle prime fermate. E così inizia una spontanea interazione tra i ragazzi e le persone presenti nel vagone, che si divertono a fare domande e scambiare alcune chiacchiere, mostrando un sincero interesse verso l'associazione e le sue attività. "Chi siete?" chiede un signore incuriosito. "Siamo di Università 21, seguici su Instagram" risponde Sara. E le conversazioni proseguono per un paio d'ore, fino alla stazione di arrivo: sicuramente, chi era su quella carrozza quel giorno, non si è annoiato.

Una volta arrivati nella nota località romagnola, tutto il gruppo si dirige immediatamente verso la tanto attesa spiaggia, anche perchè il sole inizia a battere in modo insopportabile. Ombrelloni aperti, teli spiegati e quintali di crema solare: la vita da mare è tutta qui. E la giornata trascorre velocemente, tra gli sguardi incuriositi dei bagnanti che osservano la nostra folta compagnia, unica nel suo genere.



La stanchezza inizia a farsi sentire ed è il momento di ritirarsi in albergo, dove ad attendere i nostri ragazzi c'è una doccia rigenerante e un'ottima pizza. E così arriva la notte, una notte lontani da casa, senza genitori, in un luogo sconosciuto. Un momento che potrebbe metterli a disagio, ma che invece vivono con estrema naturalezza e divertimento. Non riescono a dormire, è vero, ma semplicemente perchè non vedono l'ora di ripetere tutto da capo il giorno successivo.



Neanche ci pensano, ma l'esperienza che hanno trascorso è una grandissima conquista per molti dei nostri ragazzi. In una società in cui le persone con disabilità intellettive e le loro famiglie navigano a vista, le opportunità di coltivare l'autonomia e il diritto allo svago sono molto preziose. La filosofia di Sa Fommia è esattamente questa: poter dare l'occasione ai nostri studenti di vivere momenti di straordinaria normalità, di cui loro stessi sentono il bisogno e ne fanno giustamente richiesta. Normalità è una parola che non significa nulla, ma che - proprio per questo - dovrebbe appartenere a tutti. Normalità è un 'mare aperto', in cui ognuno dovrebbe poter nuotare senza paura. Sappiamo bene, però, che spesso non è così, soprattutto per le persone più fragili. Perciò, per i nostri ragazzi, vivere un banale weekend di normalità è stato qualcosa di straordinario.



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